Terra! Terra che suona. Un suono semplice, lineare,
ancestrale che affascina subito. Uno strumento simbolicamente generato dalla cultura popolare dei contadini dell’Emilia Romagna, di chi appunto è abituato a lavorare
la terra, a coglierne gli umori, quasi i sospiri.
Un suono che esprime compiutamente quella dimensione ‘giocosa’ della musica, tra ninne nanne e filastrocche, cantilene, accompagnamenti cantati di giochi e musica da ballo così candidamente ‘infantili’. Argilla purissima che ricorda nella sua forma il profilo di un’oca senza testa, l’ucareina, e la cui diffusione nei paesi orientali (Corea e Giappone in particolare) quasi ci inorgoglisce per quel suo imporsi come naturale e potentissimo strumento di dialogo culturale tra Europa ed Asia, o comunque tra paesi così lontani e differenti.
Di qui l’idea di offrire una nuova prospettiva a questo strumento, per ampliarne la diffusione e l’utilizzo, per esplorarne nuove possibilità, per offrirgli una dimensione più ‘nobile’ e ‘moderna’ attraverso la composizione di brani originali affidata a Marco Bertoni, Sebastian Bradt, Stefano Franceschini, Emilio Galante e Tiziano Popoli. Tutti compositori di diversa estrazione, che con grande entusiasmo hanno accettato l’eterna sfida tra tradizione e innovazione.